Tumori benigni formati dalla membrana mucosa che riveste l’interno dell’utero. I polipi endometriali sono una delle cause di infertilità nelle donne, per cui richiedono un trattamento immediato.
I polipi endometriali possono insorgere durante l’età riproduttiva della donna e anche in menopausa. Le cause della loro comparsa non sono ancora state confermate, ma alcuni studi hanno permesso di concludere che la loro formazione può essere dovuta a fattori ormonali, infiammazione settica o asettica. Con dimensioni che variano da pochi millimetri a qualche centimetro, di solito causano disturbi mestruali e sanguinamenti a metà ciclo. A forma di gambo o a base piatta, si formano in seguito alla crescita anarchica delle cellule endometriali che rivestono l’interno dell’utero. In una piccola percentuale può essere maligna (5,42% nelle donne in post-menopausa e 1,7% nelle donne in età riproduttiva).
I sintomi
- Cicli irregolari, con mestruazioni che a volte arrivano prima e a volte dopo il previsto.
- Aumento della quantità di sangue durante il periodo
- Comparsa di sangue a goccia nel periodo centrale del ciclo mestruale
- Durante la menopausa, si verifica sanguinamento vaginale
- Dolori intensi durante il periodo
- Dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia)
- Infertilità
Polipi endometriali e infertilità
Agendo come una spirale endometriale naturale, il polipo impedisce dell’ovocita fecondato di impiantarsi nella cavità endometriale e, quando si trova vicino agli orifizi tubarici, impedisce agli spermatozoi di viaggiare all’interno della tuba di Falloppio per incontrare l’ovocito. Inoltre, se si trova all’ingresso della cervice, impedisce agli spermatozoi di entrare nella cavità uterina.
Pertanto, poiché in età riproduttiva i polipi endometriali possono causare problemi all’impianto dell’embrione nell’utero, è consigliabile rimuoverli. Infatti, secondo alcuni studi, le donne che si sono sottoposte a fecondazione in vitro e che avevano un polipo, dopo la sua rimozione, hanno raddoppiato le possibilità di gravidanza.
La diagnosi
La diagnosi di polipi viene effettuata mediante un’ecografia endovaginale e la conferma della loro comparsa avviene mediante l’iniezione di siero normale nella cavità uterina seguita da un’ecografia (sonoisterografia).
Come vengono trattati?
I polipi vengono sempre trattati chirurgicamente in due modi: a. mediante curettage dell’endometrio e b. tramite isteroscopia invasiva.
L’isteroscopia invasiva è la più popolare, poiché viene scelta da un numero sempre maggiore di ginecologi perché è più precisa e dettagliata, meno traumatica e non provoca sanguinamenti. Un sottile dispositivo di 5 mm di diametro con una telecamera in cima viene inserito attraverso la cervice nella cavità endometriale, individua il polipo e, utilizzando un piccolo paio di forbici, lo rimuove dalla parete uterina. La procedura è solitamente accompagnata da un raschiamento dell’endometrio. Si esegue per via vaginale con una leggera sedazione e richiede una degenza in ospedale. Se la donna è in età fertile, può sottoporsi a procedure di concepimento due cicli dopo l’asportazione del polipo. In ogni caso, dopo la rimozione isteroscopica, il polipo e ciò che è stato raschiato dall’endometrio viene esaminato istologicamente per escludere la malignità.